Studioso di musica popolare, Lucanero è uno di quei pochi ricercatori che operano per riscoprire e riproporre quell’immenso e prezioso patrimonio costituito dalla musica popolare, la cui origini riposa sugli archetipi universali, landmarksdell’umana esistenza.

Roberto, marchigiano verace, è un entomusicologo che si è laureato al Dams di Bologna con una tesi su “L’organetto nelle Marche centrali”. Inoltre è un musicista d’accezione che suona con consumata abilità non solo l’organetto ma anche la fisarmonica e l’organo portativo.

Egli si è dedicato, con particolare impegno” al “Salterello”, musica e danza che stanno alle Marche come la “Pizzica” sta alla Puglia e la Tarantella alla Campania.  Il “Saltarello” non è solo un’esemplificazione del rito di corteggiamento ma una sublimazione dell’eros quale pulsione creativa. Non a caso, si dice che in origine questa danza appartenesse alle fate che la diffusero poi fra gli uomini. Siffatte entità fantastiche erano l’icona di “una raggiunta dimensione ideale di luce”, l’eterno femminino che allontanatesi dall’oscurità dell’indifferenziato, rappresentavano una via di redenzione per l’intero contesto umano.

Al di là delle feste paesane, oltre le danze improvvisate sull’aia al termine della trebbiatura o della vendemmia, vi è, dunque, una dimensione antropologica vastissima e complessa che Roberto Lucanero ripercorre con un milieu d’arte e di erudizione.

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